Sono trascorsi 58 giorni dal primo attacco dello stato turco ad Afrin in Rojava del gennaio scorso e le iniziative di solidarietà a Roma si sono succedute come in altre parti d’Italia e nel mondo. Migliaia di persone sono state uccise, scuole ed ospedali bombardati compreso il corridoio aperto dalle unità di autodifesa del popolo e delle donne YPG e YPJ per far passare le centinaia di migliaia di civili. Forte anche l’autodifesa degi abitanti contro l’esercito turco alleato alle forze ribelli siriane e ai jidahisti.
Il silenzio della stampa occidentale in mainstream su quanto sta accadendo, in questa nuova fase di guerra, è assordante e la complicità delle fabbriche di armi e degli imprenditori italiani che stanno continuando a fare affari con lo stato turco fascista sta continuando ad essere nascosta e ipocritamente sottovalutata, ancora una volta, come fu nel 2014 per l’assedio di Kobane da parte dello stato islamico. Ma le manifestazioni di protesta a Roma contro questo lurido attacco non si sono fermate e dopo il corteo spontaneo del 20 gennaio ed il presidio di fronte all’ambasciata turca, i presidi contro Erdogan il 5 febbraio a largo Triboniano, il corteo nazionale del 17 febbraio e, nei giorni successivi, i presidi a piazza Madonna di Loreto e poi ancora il 17 marzo il tour serale per le vie della città che hanno toccato alcuni luoghi simbolici quali il palazzo della FAO fino alle scale del Campidoglio all’Aracoeli in cui è stato calato lo striscione Defend Afrin Women Rise Up ed ancora domenica 18 marzo quando una manciata di solidali sono partiti in corteo da via Marsala fin dentro la stazione Termini e i megafonaggi di questa mattina, 20 marzo,di fronte all’Istituto di Cultura Turco.
Sono comparsi striscioni e scritte, proiezioni su importanti monumenti in diverse parti della città contro l’attacco dello stato turco ed il genocidio in atto ed è in questa settimana che si festeggerà il Newroz, il capodanno curdo, che a Roma ci sarà sabato 24 marzo presso il centro socioculturale di Ararat organizzato dalla comunità curda in Italia.
L’incaricata per il Gruppo Anarchico C.Cafiero FAIRoma